Parlare di gentilezza è sempre molto difficile perché il rischio di cadere in facili cliché risulta essere molto alto.
Quante volte troviamo nei social network o nelle riviste immagini o slogan che ci invitano a praticare la gentilezza nella nostra vita! Entusiasti mettiamo un “Mi piace” e giriamo pagina.
Così si conclude l’atto gentile!
Ecco, questo mi sembra un esempio lampante di come la parola gentilezza si svuoti del suo prezioso significato per diventare solamente un insieme di lettere.

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“La gentilezza – dice lo psicologo Stefano Caracciolo – dà un senso e un valore alla nostra esistenza, ci fa dimenticare i guai quotidiani e sentire bene con noi stessi. Va ricordato, certo, che essere autentici, essere sinceri, può significare, a volte, dire le cose in un modo niente affatto gentile o per lo meno quello è il rischio. Lo sforzo dovrebbe essere quello di trovare un modo non aggressivo di dire le cose, anche quando la rabbia sta per avere il sopravvento.”

Essa è ben più di un pensiero, è un atto concreto che si traduce in una relazione con l’altro basata sull’accoglienza, sull’empatia, sulla tolleranza, sulla fiducia. Ma affinché possa nutrire il rapporto con l’altro in maniera autentica, essa innanzitutto deve nascere da una disposizione interiore generosa e sincera.
La gentilezza, infatti, può essere ambivalente perché da una parte è il frutto di un insegnamento più o meno calato dall’alto che si traduce in un’imposizione che non senti tua; dall’altro, invece, è un modo di esser proprio della personalità di ciascuno che si manifesta in una partecipazione empatica con l’altro.

Per questo la gentilezza sorge in modo naturale dall’animo umano. E’ un dono che una persona sceglie di fare senza pretendere nulla in cambio.

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E’ un comportamento discreto e leggero che permette di uscire da se stessi e aprirsi al mondo, con tutti i rischi e pericoli che questa apertura porta con sè.
Saper essere gentili, dunque, è una risorsa preziosa che permette a ciascuno di noi di entrare in sintonia con l’altra persona, comprendendone e accettandone i lati positivi e negativi.

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