Il termine rispetto deriva dal latino respectus, e letteralmente significa guardare all’indietro.

È interessante notare come l’orizzonte comune di tutte la molteplici accezioni, che tale parola possiede, sia il sentimento. Il rispetto, dunque, è un sentimento che si prova nei confronti di una persona, piuttosto che di un’ideale, o ancora nei confronti di un’istituzione. È un atteggiamento che possiamo definire quasi affettuoso e che conduce a riconoscere all’altro i suoi diritti, la dignità.

Rispetto

Ma la questione non si limita a questo. Il rispetto porta l’individuo, non solo ad avere riguardo nei confronti della personalità dell’altro, ma anche a non intraprendere azioni o atteggiamenti che possano, in qualche modo, offendere la persona per la quale si porta rispetto. Il rispetto, quindi, non è solo una situazione teorica, ma comprende in sé l’azione pratica, seppure come astensione dal compiere azioni che possano nuocere al soggetto o all’oggetto per il quale si porta rispetto.

Tale prospettiva è estremamente interessante in ambito politico. Se si riflette attentamente, si comprende quanto questo sentimento in politica sia importante e fondamentale. Innanzi tutto, il fatto che sia un sentimento genera inevitabilmente un trasporto emozionale, che definisce una relazione e quindi un legame. Inoltre, l’altra sfaccettatura del termine, crea le condizioni per le quali il legame stesso che si insatura tutela l’altra parte evitando che ne venga offesa, sia che essa sia un individuo sia che sia un’istituzione.

Troppo spesso, forse, il rispetto viene eluso in ambito politico. Come cambierebbero le cose se, talvolta, chi si occupa della cosa pubblica guardasse all’indietro prima di procedere?

rispettoFilm consigliato: Gente di rispetto, anno 1975, regista Luigi Zampa.

Libro consigliato: Sennett Richard, Rispetto. La dignità umana in un mondo di diseguali, Bologna, 2009

scritto da Valentina Dascanio

[Tutte le immagini sono tratte da Google Immagini]

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