“Dalla osservazione della irriducibilità delle credenze ultime ho tratto la più grande lezione della mia vita. Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare. E poiché sono in vena di confessioni, ne faccio ancora una, forse superflua: detesto i fanatici con tutta l’anima.”
Con queste parole da lui stesso espresse, Norberto Bobbio si racconta e sintetizza il suo pensiero.
Filosofo, giurista e politologo italiano, Bobbio ha sempre sostenuto la responsabilità dell’intellettuale e delle sue riflessioni all’interno della società in cui vive. Libero dal dogmatismo, l’intellettuale deve instillare dubbi, non certezze, come amava spesso ripetere, essere mediatore tra le diverse posizioni, specialmente in ambito politico al fine di concorrere alla costruzione di una democrazia autentica.
In Politica e cultura (Einaudi, Torino, 1955) Bobbio afferma che “il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze. Di certezze- rivestite della fastosità del mito o edificate con la pietra dura del dogma- sono piene, rigurgitanti, le cronache della pseudo-cultura degli improvvisatori, dei dilettanti, dei propagandisti interessati.”
Il filosofo, o intellettuale che sia, mediante lo sviluppo della cultura, crea le condizioni affinché le varie posizioni emergano e sfumino le pretese di assolutismo.
Bobbio per tutta la sua vita prosegue e sviluppa questa posizione e, non tralascia mai di operare un’acuta analisi dell’epoca contemporanea. Nelle pagine de L’età dei diritti (Einaudi, Torino, 1989) Bobbio individua nella partecipazione collettiva alle decisioni comunitarie, nella trattativa tra le parti, nel rispetto degli avversari, nell’alternanza al potere, i presupposti per la realizzazione di una democrazia reale.

Credit: Einaudi
La rigidità delle posizioni odierne e la mancanza di un dialogo tra le parti, probabilmente, avrebbero agitato il suo animo, seppur famoso per la sua mitezza. Sempre attento alle dinamiche del suo tempo, ha dato molta attenzione all’ambito politico nelle sue opere, ma continuamente riconducendo il pensiero alla necessità e importanza del dialogo, caposaldo irrinunciabile anche nella propria vita: “Mi ritengo un uomo del dubbio e del dialogo. Del dubbio, perché ogni mio ragionamento su una delle grandi domande termina quasi sempre, o esponendo la gamma delle possibili risposte, o ponendo ancora un’altra grande domanda. Del dialogo, perché non presumo di sapere quello che non so, e quello che so metto alla prova continuamente con coloro che presumo ne sappiano più di me.” Elogio della mitezza, (Linea d’ombra edizioni, Milano 1994).
About The Author: Valentina Dascanio
La passione per la consulenza filosofica è nata fin dall'università poiché la filosofia è di tutti e può essere utile per affrontare ogni dinamica quotidiana, personale o sociale. Alla luce di questo pensiero nel blog mi occupo in particolare di tematiche che riguardano la società , la politica sia a livello nazionale che internazionale.
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