Per questo nuovo incontro settimanale con gli ospiti del centro diurno propongo un esercizio di scrittura autobiografica; altre volte abbiamo svolto questo tipo di attività, ma oggi decido di farlo non singolarmente bensì a coppie.

La consegna è di raccontare all’altro la casa del cuore: chi racconta dunque affida i suoi preziosi ricordi ad un’ altra persona che li dovrà mettere per iscritto, prendendosi cura delle parole che vengono a lui affidate.
Come testo stimolo scelgo una canzone del gruppo Le Orme dal titolo Casa mia, in cui alla descrizione delle stanze della propria casa si affiancano ricordi intrisi di nostalgia e melanconia.

Alcuni non se la sentono di impegnarsi in un esercizio di scrittura, che richiede comunque la fatica dello scrivere e la disponibilità a scavare dentro sé stessi per scegliere cosa affidare alla penna dell’altro; altri, che negli incontri precedenti hanno sempre accettato con entusiasmo questo tipo di attività, non vogliono affrontare questo argomento specifico che fa affiorare alla mente immagini troppo dolorose.
Emma, Giacomo, Luigi, Antonella, Silvio, Carla e Lorena decidono di mettersi alla prova: le emozioni sono tante e contrastanti.

Ecco alcuni dei loro racconti.

La casa che ho nel cuore è quella dove andavo con mio papà durante le vacanze estive in Toscana. Era una tipica cascina con i portici e la terra davanti, dove si coltivavano gli ulivi e le viti…mi ricordo il profumo intenso dei fiori! E’ la casa della mia giovinezza e delle lunghe corse con i miei cugini”

“Per me questo esercizio è piuttosto difficile però ci voglio comunque provare. La mia casa del cuore è quello dove ho trascorso l’adolescenza e dove ho vissuto per più tempo…ho ricordi belli e tristi contemporaneamente. Lì ho trascorso del tempo con la mia fidanzata ma mio padre, che era di vecchio stampo, non approvava questo legame…poi ci siamo lasciati e sono partito per fare il militare.  Successivamente è stato anche il luogo dove ho vissuto il calvario della mia malattia, però ero sempre circondato dal calore della mia famiglia…era una casa nell’entroterra campano, piccola ma con un bel giardino davanti.”

“La casa del cuore è una colonia sui monti di Trento, la casa dove abitavo non mi è rimasta nel cuore. Sono sempre stata allevata dalle suore…quello che avrei dovuto trovare in famiglia, l’ho trovato in questi ambienti. Ho passato bellissimi momenti in questa colonia: ricordo la mia camera per due ragazze, facevamo molte passeggiate e giocavamo tutte insieme, ci insegnavano a fare la polenta…le suore erano molto brave! Sono andata a rivederla: è stata ridipinta, è stato realizzato un affresco ma è ancora come una volta. Ho provato gioia perchè ho avuto più lì che a casa ed il fatto che ci sia ancora mi dona molta pace.”

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” Passo ancora oggi di proposito e volentieri davanti a casa mia, dove ho vissuto da quando avevo cinque anni fino ai tredici. Era un’appartamento piccolissimo e ci dovevamo stare in dodici perchè avevo dieci fratelli! In quello vicino c’erano i miei cugini e nel corridoio abbiamo imparato ad andare in bicicletta. Anche la cucina era piccola però ci stringevamo tutti attorno al tavolo e si respirava un clima sereno. In questa casa mi sono divertita tantissimo e ho fatto grandi giocate con i miei cugini e i miei fratelli.”

” Ho cambiato molte case…da giovane vivevo nella casa che avevano costruito i miei genitori, poi sono partito per il militare e al mio ritorno  il cane non mi ha riconosciuto…ci sono rimasto molto male, ma è comunque la casa che ricordo più volentieri anche se non so dire se sia proprio la mia casa del cuore perchè mi ha creato dei problemi con i miei fratelli e adesso è stata demolita. In quella in cui vivo adesso e che ho costruito dopo tanti sacrifici mi sento un estraneo a causa di vicende personali e famigliari…quindi non credo di avere una casa del cuore, ho piuttosto dei luoghi in cui sto bene e mi sento a mio agio.”

Nota: i nomi propri sono stati cambiati per motivi di privacy.

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