Uno dei viaggi più significativi, che Papa Francesco ha svolto sino ad ora, è stato senza dubbio quello in Colombia. Non solo per le origini sudamericane di Bergoglio, ma anche, e soprattutto, per la storia recente dello stato colombiano nella quale il vaticano ha giocato un ruolo determinante.
Si pensi, infatti, che il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos Calderón, è stato insignito nel 2016 del premio nobel per la pace “per i suoi sforzi risoluti per portare al termine una lunga guerra civile del paese che dura da più di 50 anni”.

Bandiera della Colombia

È nipote del fondatore del più antico quotidiano colombiano, El Tiempo, del quale ricoprirà la carica di vice direttore. Ben presto, però, la politica lo chiama e inizia la sua carriera fino ad arrivare all’elezione a presidente della Repubblica nel 2010.
Tra le sue azioni più significative, la riapertura delle trattative con le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo), con il sostegno di Norvegia, Cuba, USA e Vaticano, per porre fine alla guerra civile che blocca e insanguina il paese da 52 anni. Dopo un estenuante lavoro diplomatico, convince i guerriglieri ad un accordo per la pace che raggiunge il 26 settembre 2016  che, però,viene bocciato dal referendum del 2 ottobre per pochi voti.
A novembre viene siglato un nuovo accordo che contiene alcune modifiche chieste dai sostenitori del no al referendum.

Ma la strada ormai è segnata, il premio Nobel a Calderón è una conferma della realtà della tenacia del Presidente per ottenere la pace.

Ciò che si sta attuando in Colombia, non è solo uno straordinario lavoro di diplomazia che vede la cooperazione di diversi stati, ma è innanzi tutto un raro esempio di politica nel suo significato più profondo e autentico.

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