Siamo in settembre, quasi autunno, mese che ci affascina per la profonda trasformazione dei suoi colori e per l’abbondanza dei raccolti. Pensate alle foglie con tutte le cromature dai rossi ai gialli e poi le raccolte dell’uva e successivamente delle olive.
Le I-dee o la I-dea di questo mese è davvero arcaica, da ricercare in due principi fondamentali quello di madre terra e quello di sacre nozze.
Come vi racconterò, nel pantheon greco-romano, troviamo due i-dee Demetra e Hera, due principi uniti in un’unica dea madre, che vegliava al ciclo di nascite e rinascite, delle stagioni e nutrimento dei figli della terra. La sua esistenza era unita a quella del suo sacro sposo il cielo. Origini arcaiche ci parlano della dea doppia come idea della sovranità femminile, in un contesto di antichi lignaggi sciamanici caratterizzati da principi e pratiche di donne, che formarono la struttura organizzativa delle più antiche culture del mondo.

Analisi filosofica

Demetra e Hera sono due facce della dea madre. Descritte dalla Bolen come dee vulnerabili, ricettive la cui coscienza è focalizzata sui rapporti improntati sui figli e sulla coppia. Sono idee del sacro nell’unione con l’altro e guardiane di questo patto.
Demetra per i Greci e Cerere per i Romani, era la dea del ciclo naturale delle messi che implicava morte e rinascita del seme. Una dea madre legata a riti di trasformazione e che dice portò in terra i sacri misteri. Questo aspetto in particolare lo approfondiremo quando parleremo di Persefone, la figlia, sposa di Ade. Manifestazioni importanti di questa idea sono evocate nel desiderio tra il trattenere e il lasciare andare qualcosa o qualcuno, ricevere e rendere alla terra e infine la vocazione alla cura. Presso gli Inca Pachamama era colei che portava fertilità e nutrimento al popolo, il quale praticava il culto del ringraziamento, donando la metà del raccolto, restituendolo a madre terra.

Hera greca e Giunone per i Romani, era l’altro aspetto della grande madre. La via lattea è stata generata dal suo seno e nutre l’universo. Compagna di Zeus, la loro unione rappresenta le sacre nozze, l’esperienza dell’unione tra femminile e maschile come atto luminoso e percorso spirituale. Presso gli Etruschi il principio femminile della dea creatrice, fonde Demetra e Hera nella dea Uni, dea del pantheon moglie di Tinia custodi del patto e delle sacre nozze tra Cielo e terra.
Tracce della arcaica dea madre le possiamo osservare nei miti di Iside, nella dea Bianca celtica, nella dea di Samotracia e nella dea Sara Kali gitana. Tutte compagne e madri che attraversano prove, navigazioni, si mettono in viaggio per salvare i figli o il compagno.

Osservazioni dal laboratorio di pratica filosofica

Durante un laboratorio, organizzato in un salotto facemmo una pratica che io chiamo la barchetta.
Ogni partecipante costruiva con la carta una barchetta, le dava un nome, poi sceglieva un sasso, che avevo accuratamente raccolto sulla battigia al mare o nel fiume. Come abbiamo visto prima all’idea di madre terra, oltre all’elemento terra era associata anche l’acqua, il mare, i fiumi e i laghi.
Una partecipante, nel momento della condivisone, con un’attitudine davvero generosa e poetica, nominò la barchetta famiglia, mentre per il sasso, che era di mare, la frase era lungo il viaggio. Era un po’ triste con animo pesante. Quando partecipò agli incontri successivi sulle i-dee del femminile, fu lei che ci parlò dell’idea di madre terra o duplice idea. Con molta gioia disse che finalmente si sentiva realizzata in famiglia, sia con il marito che con i figli.

Riflessioni

L’invito al viaggio stavolta richiede una riflessione profonda su quanto siamo uniti e connessi a ciclo armonico cielo-terra, alle persone a noi vicine e lontane, come siamo nutriti e come a nostra volta nutriamo e curiamo il pianeta Terra.
Prima di salutarci vi invito a una visualizzazione: “Chiudi gli occhi e immagina di essere in una grotta. Guarda intorno e osserva le figure di donne scolpite nella pietra, nell’osso, nell’argilla, dipinte sui muri o forgiate come vasi. Figure gemelle che si generano e rinnovano l’un l’altra.
Il tuo corpo è la terra, quanta cura porti a te stessa/o, quanto ti nutri in tutti i tuoi bisogni profondi? Quanto restituisci al pianeta terra e come? Ti piace prenderti cura delle altre persone e accompagnarle in un percorso di pace interiore e nutrimento profondo?”

Per approfondire:

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