domande tra persone - dialogo socratico

La figura di Socrate e il metodo socratico

Socrate è forse il personaggio più enigmatico di tutta la storia della filosofia ed è uno dei filosofi che maggiormente ha influenzato il pensiero occidentale, noto a chi non si occupa di filosofia anche per la sua tragica morte.
Di lui si sa che nacque ad Atene nel 470/469 a.C. e trascorse la maggior parte della sua vita nelle strade e nelle piazze conversando con la gente che incontrava.
La vita di Socrate ci è nota soprattutto grazie a Platone, che fu suo allievo e divenne a sua volta uno dei più grandi filosofi della storia.
Di Socrate sappiamo che non aveva l’atteggiamento di uno che voleva istruire gli altri, ma dava l’impressione di voler imparare da quelli con cui parlava.
Nell’affrontare un problema inizialmente si limitava a fare domande fingendo di non sapere nulla e durante il dialogo aiutava l’altro a rendersi conto dei punti deboli e delle eventuali contraddizioni presenti nel modo di pensare del suo interlocutore.
Si dice che Fenarete, la madre di Socrate, fosse una levatrice e Socrate paragonò la sua attività “all’arte dell’ostetricia”. Non è la levatrice che partorisce il bambino: lei è solo presente e aiuta la madre. Analogamente Socrate capì che il suo compito era quello di aiutare gli essere umani a “partorire” il giusto sapere invitandoli a stare nella ricerca e stimolandoli ad analizzare i pensieri, le credenze e i valori che venivano via via generati. Platone scrisse molti “dialoghi” o conversazioni filosofiche nei quali si serviva di Socrate come suo portavoce.
Nei Dialoghi Platone sviluppa ed illustra il metodo socratico che ha come obiettivo il far emergere in maniera graduale l’infondatezza di quelle credenze che l’interlocutore tende a dare per scontate.

Le caratteristiche del dialogo socratico

La moderna pratica del dialogo socratico ha alcune peculiarità che lo differenziano dal metodo pur inserendosi nella tradizione socratico- platonica.
Si tratta di una metodologia che si ispira all’opera del filosofo tedesco Leonard Nelson (1882-1927) e ha lo scopo di chiarire alcuni concetti o problematiche che si possono sperimentare nella vita quotidiana.
Può essere svolto da un gruppo di persone interessate e motivate a dare una definizione di un concetto attraverso un’analisi accurata di ciò che esso sia o non sia, guidate da un filosofo che svolge il ruolo di facilitatore.
L’obiettivo è trovare una risposta alla domanda “Che cos’è” riferendosi ad un concetto universale.
Inizialmente è necessario scegliere l’argomento che emergerà dagli interessi dei partecipanti attraverso diverse proposte che potranno essere votate al fine di raggiungere un accordo.
Per poter calare in concreto la tematica si chiede ad ogni partecipante di raccontare brevemente un’esperienza vissuta inerente all’argomento scelto.
Si chiede ai partecipanti di sintetizzare l’esperienza con una parola chiave o una breve frase.
Si tratta di scegliere una risposta condivisa dai diversi partecipanti e perciò tutti sono coinvolti nella costruzione della definizione.
Una volta scelta la definizione è importante fare un’ulteriore discussione critica per verificare se è valida per tutte le esperienze narrate e ogni eventuale modifica richiede il consenso di tutti.
Non si tratta di una competizione che attribuisce la ragione ad una o più persone ma di un lavoro di gruppo stimolante che insegna la partecipazione attiva, l’ascolto, la tolleranza e il rispetto del pensiero altrui.
Il dialogo socratico è un “venirsi incontro”, accorciando le distanze tra i partecipanti per arrivare ad una condivisione.

Rispetto ad altre forme di confronto di gruppo presenta diversi vantaggi.
In un dibattito ad esempio, molto spesso ha la meglio chi riesce a convincere l’altro con un lessico persuasivo o grazie ad abilità comunicative oppure usando l’aggressività.
Questo non ha nulla a che vedere con la condivisione e con la partecipazione di chi si mette in gioco nella conversazione.
Nel dialogo socratico ogni partecipante ha il suo spazio e le diverse visioni dello stesso problema vengono prese in esame, accolte, con l’apertura mentale di chi è consapevole che possono esistere diversi punti di vista sulla stessa tematica.
Lo spirito che sta alla base del dialogo socratico è quello della ricerca di gruppo che stimola nuove domande in chi partecipa alla conversazione.
E’ una pratica che invita a separare l’opinione o il pensiero da chi lo espone attraverso la sospensione del pre- guidizio e del giudizio nei confronti di chi parla.

Il ruolo del filosofo- facilitatore

Nel dialogo socratico il filosofo-facilitatore ha innanzitutto un atteggiamento di collaborazione con il gruppo, facilita la comunicazione ponendosi in maniera molto discreta.
Ha una visione d’insieme del problema, si pone in ascolto, riprende le osservazioni fatte perché siano chiare a tutti i partecipanti, riassume le conclusioni a cui si è arrivati, prende nota dei passaggi più importanti della discussione in modo che siano visibili da tutti.
Ha il compito di far circolare il dialogo stimolando il pensiero critico e creativo, ma anche prendendosi cura dell’aspetto relazionale.
Ognuno infatti ha il diritto di esprimere il proprio pensiero, a patto che sia sostenuto da ragioni, sensato e pertinente e quindi non polemico ma posto al servizio della ricerca filosofica.

Libri consigliati

Titolo: Il dialogo Socratico
Autore: Paolo Dordoni
Editore: Apogeo

Titolo: Dizionario del counseling filosofico e delle pratiche filosofiche
Autori: (a cura di) Nave, Pontremoli, Zamarchi
Editore: Mimesis

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