Lo spunto per questo incontro ci è stato offerto dal film “The Terminal”, che narra la storia di un uomo costretto a sostare per alcuni mesi in un aeroporto di New York dopo che il suo passaporto ha perso di validità in seguito al colpo di stato scoppiato nel suo paese d’origine.
In una delle scene iniziali viene comunicato al protagonista che non è più cittadino di alcun paese e che la sala di transito internazionale dell’aeroporto diventerà la sua nuova casa per un tempo imprecisato. La sensazione che sembra vivere il protagonista, e che si legge anche sul suo volto, è quella di spaesamento, quasi che perdendo la cittadinanza perdesse anche parte della propria identità e delle sue radici.
Da questo momento in poi inizia la costruzione di un ambiente che sia a lui famigliare, fatto di cose materiali ma soprattutto di legami umani.

Da qui è sorta la domanda “ Dove ci sentiamo a casa?”
Abbiamo dato avvio alla nostra riflessione utilizzando alcune immagini, che rappresentano diversi modi di declinare la parola “casa”.
In questa immagine viene ritratta una scena di vita quotidiana, in cui una donna, dall’espressione seria e dolce allo stesso tempo, è intenta a versare il latte da una brocca. La lattaia trasmette l’idea del focolare, è simbolo della figura materna come punto di riferimento per tutta la famiglia.
Il concetto di “casa” coincide, in questo caso, con il bisogno di protezione e sicurezza.
In questa fotografia è raffigurata la famiglia nel suo insieme, dalle persone più anziane a quelle più giovani.
Sentirsi a casa significa qui conoscere la propria storia e le radici che hanno dato vita al proprio albero genealogico.
In questo quadro Renoir dipinge un momento di festa, in cui donne e uomini si ritrovano a ballare creando un’atmosfera vivace e felice.
Il termine “casa” rimanda ad una dimensione sociale in cui prevalgono i rapporti interpersonali, che ciascuno di noi costruisce nell’arco della vita, e al desiderio di appartenenza ad un gruppo ben definito.
I soggetti principali di questo dipinto di Monet sono la moglie del pittore insieme al figlio e il campo di papaveri con la casa sullo sfondo; entrambi sono immersi in un’atmosfera di serenità e tranquillità.“Casa” è qui collegato ad una dimensione bucolica, in cui il legame con la natura viene vissuto in modo molto stretto e intimo.
Dagli spunti proposti si evince, dunque, che il sentirsi a casa corrisponde al desiderio di protezione, di quiete e di sicurezza che ci fa vivere il gusto per la vita.
Casa è una parola dal forte contenuto emotivo, che rimanda ad un luogo reale o immaginario in cui ciascuno si sente amato e accettato, realizzando pienamente se stesso.
About The Author: Anna Pellizzari
Sono consulente filosofico e aiuto le persone a mettere in pratica la filosofia. Organizzo laboratori di filosofia con bambini e ragazzi, conduco caffè filosofici e corsi su misura in vari contesti, sono appassionata di tutto ciò che ruota attorno alla salute mentale.
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