In questo appuntamento dedicato alla felicità abbiamo scelto due filosofi che non avevamo mai incontrato in precedenza, ovvero Immanuel Kant e Bertrand Russell.
E’ stato dunque proposto un passo tratto dalla Critica della Ragion Pratica, in cui Kant scrive che la felicità è la condizione di un uomo per il quale tutto succede secondo il suo desiderio e la sua volontà; la scelta è ricaduta su queste righe per la presenza di due termini, «desiderio» e «volontà», emersi molto spesso negli incontri precedenti e sui quali i partecipanti avevano già svolto delle riflessioni; Russell aggiunge che condizione necessaria per il raggiungimento di tale condizione è la molteplicità degli interessi e dei rapporti che l’individuo intrattiene con le cose e con gli altri uomini.

happy-1194446_1280

Dopo la breve presentazione si è dato subito avvio al dialogo socratico e si è chiesto di dare la propria definizione di felicità a partire da un’esperienza reale. Di seguito le formulazioni date.

ANTONIETTA: “la felicità per me è stare bene con me stessa, accettarmi per quella che sono, riuscire a integrarmi con gli altri, riuscire a dialogare e non essere inerme, cioè essere attiva protagonista della mia vita in tutte le sue sfaccettature, essere presente quando qualcuno ha bisogno di me. Un episodio che mi ha reso particolarmente felice e mi ha dato una gioia immensa è quando sono diventata mamma anche se ero preoccupata di non saperla fare.”

CLAUDIA “la felicità è stare insieme alle persone con cui sto bene, parlare un po‟ di tutto. Anche se la vera felicità non l‟ho mai provata. Piccole cose possono essere felicità, venire al Centro Diurno già è un po‟ di felicità, avere un rapporto migliore con mia mamma.”

PIETRO “la felicità è un sentimento di appagamento che si raggiunge quando si conquista qualcosa o qualcuno. La felicità per me dura poco perché siamo sempre tesi a desiderare e ottenere nuove cose. È un momento fuggevole, appena la raggiungi subito dopo scompare.”

Ciascun partecipante ha letto, in seguito, la definizione di un proprio compagno, rilevandone le parti secondo lui più significative e mettendo al contempo in luce aspetti diversi per favorire un clima di dialogo fra gli utenti.
Successivamente nella discussione sono emersi due caratteri condivisi dal gruppo che sarebbero propri dell’esperienza comune della felicità: da un lato essa si presenta come una condizione di benessere, che, tuttavia, denuncia la propria individualità, in quanto esperienza privata; d’altro canto, a differenza della serenità, non mostra il carattere della durata, quanto piuttosto della transitorietà e della fuggevolezza.

Dopo aver individuato i concetti comuni a tutti i partecipanti è stata data la seguente definizione condivisa: “la felicità è desiderare di stare bene con se stessi e con gli altri, avere la volontà di andare avanti nonostante i momenti no.”

sentiment-998339_1280

Condividi su: