E’ autunno.
C’è la nebbia e piove.

Chiunque ha a che fare a vario titolo con l’ambito della salute mentale, sa che queste non sono delle semplici condizioni meteo; il brutto tempo, la mancanza di sole e luce, il freddo hanno un’influenza determinante sullo stato d’animo di una persona che soffre di un disturbo psichico, più o meno grave.

Ecco perché l’argomento di oggi può sembrare fuori luogo e il laboratorio avere un esito fallimentare. Il tema di oggi infatti è “La felicità nella vita quotidiana“!
Ma il gruppo è ormai ben consolidato e si è arricchito di nuovi volti, quindi possiamo essere pronti per partire in questo viaggio che ci porterà a scoprire dove abita la felicità o per lo meno a scorgere le tracce del suo passaggio.

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Termini come felicità e vita virtuosa sono stati al centro della riflessione degli antichi greci e la questione di quale fosse il tipo di vita migliore , li condusse a ragionare su concetti importanti quali la virtù, la libertà, il piacere e l’amicizia.
Spesso pensiamo che la felicità sia la meta agognata al termine di un percorso lungo, tortuoso e appannaggio di pochi privilegiati; un percorso costellato da tanti ma e però.

Propongo un esercizio semplice ma molto efficace che consiste nell’elencare le cose che ciascuno di noi farebbe se avesse un milione di euro.
“Investirei in titoli; andrei a mangiare sempre in ristoranti di lusso; mi rifarei il guardaroba.”
“Vivrei in un albergo con la spa, insieme a persone che hanno la mia età e che vivono nella mia stessa condizione.”
“Andrei negli Stati Uniti; quello che resta lo darei a mia figlia.”
“Ristrutturerei la mia casa esattamente nel modo che vorrei e farei della beneficenza.”
“Creerei una fondazione per far lavorare dei ricercatori sul tema dell’emergenza ecologica.”

A questo punto invito a scrivere quale sarebbe la versione low cost delle cose appena scritte, ovvero in che modo possiamo realizzare delle esperienze simili con le risorse che abbiamo a disposizione in questo momento:
“Terrei i soldi in banca; mi comprerei delle cose buone da poter cucinare a casa; cercherei di tenere in buone condizioni i vestiti che ho.”
“Vivrei nella giungla, libera dal pensiero dei soldi.”
“Andrei un week-end a Roma; quello che rimane lo darei comunque a mia figlia.”
“Ristrutturerei una parte di casa il più possibile simile a come vorrei, farei della beneficenza”
“Cercherei dieducare e sensibilizzare mie figlie a questi temi.”

Risulta chiaro, dunque, che la felicità non è rimandabile, nel senso che non può essere riposta dopo tanti se avessi, se fossi ma va ricercata qui ed ora.
Epicuro sosteneva che ciascuno di noi ha la possibilità di raggiungere la felicità e trascorrere una vita serena evitando il male e perseguendo il piacere, dove il piacere non è da considerarsi in senso edonistico bensì deriva dallo stare con gli amici e dal ricercare le cose più semplici.

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Se facciamo coincidere la nostra felicità con la ricchezza è molto probabile che la paura e l’incertezza diventino sempre più predominanti, perché invece di realizzare le  cose che ci rendono felici, ci preoccupiamo esclusivamente di mantenere al sicuro le risorse materiali dalle quali abbiamo fatto dipendere la nostra felicità.

Fuori piove ancora.
Ma qui dentro è spuntato il sole.

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