Piacere! Sono Gloria Ragni, anzi maestra Gloria.
Ho 26 anni e quasi tre anni fa mi sono laureata in Scienze delle Formazione Primaria presso l’Università Cattolica del Sacro cuore di Brescia con una tesi dal titolo: “Il mio compito è diventare grande: filosofare con i bambini”.

Maestra Gloria Ragni

Sono una ragazza creativa e sempre allegra, con numerose passioni; tra queste i fiori, lo studio (attualmente sto frequentando un Master in Media education Management) e la filosofia.
I miei compagni di avventura, da un paio d’anni, sono 21 meravigliosi bambini di una classe terza dell’Istituto Santa Maria degli Angeli di Brescia: ho l’onore di essere la loro insegnante prevalente e di trascorrere in loro compagnia l’intera giornata scolastica.

A questo punto, cari lettori, interromperei la mia presentazione per lasciare la parola proprio ai miei alunni: sono certa che, meglio di come potrei fare io, sapranno raccontarvi una delle nostre sfide filosofiche.

La valigia filosofica: il racconto dei bambini

Quando la maestra ha appoggiato la “valigia filosofica” sulla cattedra eravamo davvero emozionati: chissà quale sorpresa ci attendeva quel pomeriggio!

Ecco i misteriosi “ingredienti” per il laboratorio di filosofia: cartoncini scuri, stuzzicadenti da spiedini, colla, matite e forbici per ciascuno di noi.

Era presto per metterci all’opera: prima dovevamo osservare ciò che la maestra aveva in serbo per noi.
Nell’aula, infatti, aveva appeso ad una corda un telo bianco, fatto di una stoffa molto sottile, e dietro ad esso aveva posizionato un faro.
Abbiamo spento le luci e chiuso le imposte, in modo che la stanza diventasse buia; poi la maestra si è messa dietro al telo con il faro acceso e noi bambini abbiamo potuto ammirare le ombre che produceva.

Niente è solo come appare_scritta

Il gioco consisteva nell’osservare gli oggetti che la maestra mostrava e indovinare cosa fossero: eravamo certi che l’oggetto che la maestra si era portata all’orecchio fosse uno smartphone, invece era una tavoletta di cioccolato!
Eravamo anche sicuri che stesse scrivendo al computer portatile, invece abbiamo scoperto che aveva tra le mani un semplice libro…

Insomma, la maestra ci ha fatto molti scherzetti, per farci capire che a volte i nostri occhi si confondono e sbagliano a percepire la realtà che ci circonda.

Il mito della caverna di Platone

La seconda attività del laboratorio è stata il racconto da parte della maestra del mito della caverna di un celebre filosofo dalla barba lunga, un certo Platone. Questa storia, sebbene fantastica, ci ha davvero impressionato!

Dopo aver ascoltato i fatti narrati, finalmente abbiamo potuto dedicarci alla parte creativa: con il materiale contenuto nella valigia filosofica, ognuno di noi ha potuto realizzare una sagoma a scelta.

Successivamente ci siamo seduti sul pavimento con lo sguardo rivolto verso una parete bianca: la stanza era tornata ad essere buia e, questa volta, il fascio di luce era alle nostre spalle. L’obiettivo era riprodurre il mito della caverna!
Ad un certo punto un nostro compagno ha simulato di essere il prigioniero che si libera dalle catene e giunge alla luce del sole, prendendo così consapevolezza delle ombre.
Che divertimento indovinare le ombre proiettate sul muro!

Mito caverna_sagome e ombre

Alla fine del laboratorio abbiamo cercato insieme di sintetizzare quanto avevamo appreso: le ombre sono solo una rappresentazione del reale; dobbiamo avere uno sguardo attento (noi li abbiamo chiamati “occhi del cuore”) per cogliere ciò che ci circonda nella sua profondità, oltre le apparenze.

La filosofia nella crescita dei bambini

Mi inserisco nuovamente nel racconto, benché non ritengo siano necessarie particolari integrazioni.
Vorrei semplicemente condividere una brevissima riflessione sul valore della filosofia e dell’abitudine alla riflessione nella crescita dei bambini.

La filosofia, intesa come pratica di pensiero e non come mera disciplina astratta e densa di concetti astrusi, sollecita l’uomo (quindi anche i bambini) ad apprezzare la bellezza dell’introspezione, non tanto per chiudersi in se stessi, quanto per aprirsi all’altro con una più profonda e rinnovata conspevolezza di sé.

Bambini in cerchio con Maestra GloriaLa pratica filosofica, dunque, contribuisce ad “educare alla creatività dello spirito” e abitua a mettere in discussione quelle idee – a volte persino distorte e malsane – che si sono annidiate nell’opinione comune e che dai più sono ormai considerate alla stregua di dogmi.
Insomma, con la proposta dei miei laboratori filosofici intendo perseguire tre obiettivi:

  • favorire la conoscenza di se stessi,
  • promuovere la comprensione e l’importanza dell’altro
  • maturare una più autentica conoscenza del mondo che ci è stato dato in dono

Vi ringrazio per la vostra attenzione e vi saluto con l’augurio di continuare ad inciampare nei dubbi e a non smettere di lasciarsi meravigliare da ciò in cui ci imbattiamo.

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