Tra i maggiori esperti di scienza politica, a livello internazionale, c’è proprio un italiano, Giovanni Sartori.
In una recente intervista al Fatto Quotidiano, il politologo, con le modalità ironiche e sarcastiche che spesso hanno contraddistinto il suo pensiero, fa un’analisi spietata e lucida dell’attuale situazione politica internazionale e dei protagonisti della storia.

Non risparmia nessuno Sartori, da Obama “Prenda Obama. Frequentava alla Columbia il corso di laurea dove insegnavo. Ma non l’ho mai visto alle mie lezioni. Le sembra uno capace? […] Io avevo due corsi importantissimi per lui! Uno sulla teoria della democrazia, l’altro su metodo, logica e linguaggio in politica. Tu vuoi fare politica e non segui questi corsi? Gli interessava solo di essere eletto. Personaggio da quattro soldi”, a Papa Francesco.
Ovviamente non poteva rimanerne escluso il premier italiano Renzi definito “un furbetto”.

Sempre attento alle dinamiche politiche in continua evoluzione, Sartori è tra i principali esponenti della Teoria della Democrazia e molto interessante è la sua classificazione dei sistemi partitici.

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La sua opera più famosa, Parties and Party Systems. A framework for analysis (Cambridge University Press, 1976), è riconosciuta a livello internazionale come opera classica su tale tematica, mentre in Italia esce, nel 1982, con Teoria dei partiti e caso italiano, (Milano, SugarCo).
Questo libro, oltre ad essere di teoria generale e comparata, si concentra nello specifico sul Caso Italiano, appunto, sottolineando il fatto che il problema non risiede nel bipartitismo imperfetto, quanto piuttosto nella “distanza ideologica”.

Giovanni Sartori affronta in tutte le sue opere diverse tematiche di natura politica e sociologica e analizza sempre lucidamente le questioni del nostro tempo, come anche nel suo ultimo libro La corsa verso il nulla, (Roma, Mondadori).
Qui, oltre a riflettere sulla crisi della politica dell’Italia e dell’Europa, sul conflitto tra Islam e cristianesimo, su libertà e dittatura, egli tocca anche la delicata questione della trasformazione da vita biologica ad umana: Gli uomini, una volta scesi dagli alberi e diventati bipedi implumi, si sono organizzati in piccole tribù dedite alla caccia e all’agricoltura“, afferma Sartori, “Il salto è avvenuto con la scoperta della macchina, che ha creato una nuova società, la società industriale. Tutto bene, finché non ci siamo resi conto che anche le macchine potevano essere prodotte dalle macchine, togliendo lavoro a un mondo sovrappopolato, sempre più tele-diretto.

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