La casa editrice Marietti per i 200 anni dalla sua fondazione pubblica la nuova traduzione del libro Disobbedienza civile di Henry David Thoreau con la nota di lettura di Goffredo Fofi, saggista, critico teatrale, cinematografico e letterario.
Insieme a Ralph Waldo Emerson, Thoreau è stata una figura di spicco del movimento trascendentalista che ha caratterizzato la filosofia americana della prima metà dell’Ottocento e ha svolto un ruolo fortemente innovatore, antidogmatico e individualista inserendosi in quel rinascimento culturale che a partire dagli anni Trenta ha visto la letteratura statunitense profondamente rinnovata da una generazione di nuovi scrittori come Melville e Poe.
Thoreau ha portato l’attenzione sul contrasto tra la piena realizzazione dell’individuo e una società tecnologica e organizzata che rappresenterebbe un ostacolo al raggiungimento di questo obiettivo.
Il suo pensiero è una forma di individualismo radicale, sostanzialmente di tipo anarchico.
Per Thoreau il carattere divino della natura implica il diritto dell’individuo di vivere in modo indipendente dalla società e a diretto contatto con la natura stessa e di ribellarsi allo Stato qualora cerchi di limitare e controllare le scelte individuali.
Il breve saggio Disobbedienza civile viene pubblicato nel 1849 mentre gli Stati Uniti sono in guerra contro il Messico e la Spagna per la conquista di Cuba. L’autore elabora l’opuscolo nella breve esperienza personale vissuta in carcere per non avere pagato le tasse.
Teorizza l’idea di una opposizione non violenta che influenzerà personaggi come Gandhi, Tolstoj, Martin Luther King, Mandela anche se è importante sottolineare che Thoreau non esclude la violenza a priori e la definisce legittima nel momento in cui si tratti di combattere un’altra violenza, ad esempio in uno stato di guerra.
Thoreau è tra coloro che non negano lo Stato e non chiedono l’abolizione del governo ma un governo migliore.
Si consenta a ogni uomo di esprimere con chiarezza quale genere di governo sarebbe meritevole del suo rispetto, e ciò sarà il primo passo per riuscire a ottenerlo.
La disobbedienza di cui parla Thoreau è civile proprio perché presuppone l’esistenza di uno Stato continuamente sottoposto al controllo dei cittadini, che prima di essere tali sono uomini con coscienza e capacità di discernere ciò che è giusto per la comunità da ciò che invece viene perseguito per l’interesse di pochi. Alla base del pensiero di Thoreau c’è l’idea dell’uguaglianza tra gli uomini e l’avversione al razzismo diffuso in quel periodo storico, soprattutto negli Stati del sud.
L’invito, come chiarisce Fofi nella sua nota Saper dire di no, è a non accettare il mondo così com’è e a mettersi in gioco. Non è sufficiente non fare personalmente del male: è tempo di collettività, di tornare al Noi che possiede in sé la forza per ribellarsi alle ingiustizie.
Si legge nel testo di Thoreau
Siamo abituati a dire che la massa degli uomini è impreparata, ma in realtà la via del progresso scorre lentamente perché i pochi non sono sostanzialmente più saggi o migliori di molti.
Non basta opporsi alla situazioni che si ritengono ingiuste in linea di principio, è necessario fare qualcosa in pratica per porvi fine.
Un libro ricco di spunti e stimolanti interrogativi che comunica l’urgenza di combattere gli attentati alla democrazia con la forza dell’esempio e dell’educazione, in un momento storico in cui si diffondono prepotentemente nuove forme di manipolazione delle coscienze e dove la ribellione continua ad essere debole e solitaria.
Titolo: Disobbedienza civile
Autore: Henry David Thoreau
Editore: Marietti
Anno: 2020
Pagine: 80
About The Author: Concetta Ippoliti
Sono insegnante di lettere presso la scuola secondaria di primo grado, laureata in Filosofia, ho conseguito il master di II livello in Consulenza filosofica presso l’università di Tor Vergata, Roma. Utilizzo le abilità del counseling in ambito scolastico attuando con gli allievi e con le famiglie l’ascolto attivo, la comprensione, l’empatia, l’accettazione dell’altro.
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