Anche quest’anno la filosofia era presente al Festival dell’Ozio nella splendida cornice di Villa dei Vescovi (PD): una giornata concepita come antidoto al caos e alla frenesia della vita quotidiana, da dedicare a se stessi, al benessere del corpo e della mente.
In sintonia con il tema generale dell’evento, ovvero il respiro, ho voluto proporre un caffè filosofico dal titolo “Il sostenibile peso della leggerezza”.
Dopo una breve introduzione riguardante le tre metamorfosi dello Spirito narrate da Nietzsche, il primo intervento del pubblico mette in evidenza come la leggerezza sia collegata all’avanzare dell’età in quanto più si invecchia meno si ha paura dell’ io devo : l’età porta ad essere maggiormente accondiscendenti rispetto agli altri e alle diverse visioni del mondo.
Leggerezza è ironia ma anche umanità! E’ in opposizione alla pesantezza delle idee, ovvero al portare avanti a tutti i costi un’idea calpestando quella degli altri, come nel caso degli estremisti.
Viene dunque naturale intendere la leggerezza come spontaneità e serenità interiore: per molti partecipanti infatti essa si acquisisce con l’esercizio costante, soprattutto quando fin da bambini si è costretti ad un’educazione rigida, che fa del senso del dovere la propria legge.
- Caffè filosofico in Villa
Non solo la gioia, la tenerezza, l’ amore verso i figli ma anche la morte può essere legata al tema di oggi: diversamente da altre culture, in occidente essa viene vissuta unicamente come fine della vita ma essa fa parte della vita. In questo senso accogliere e accettare tutti gli eventi della vita, sia positivi che negativi, può essere una strategia per vivere con leggerezza.
In conclusione il caffè filosofico ha fatto emergere il fatto che la leggerezza non sia qualcosa di spontaneo ma che si debba esercitare per quanto, come dice l’etimologia del termine anima, essa sia dentro di noi.
“La leggerezza è qualcosa a cui ambire, ma è anche qualcosa da ricercare e coltivare, cui dedicarsi come ad un esercizio spirituale per arrivare a rendere la propria vita più lieve. Ha a che fare con la possibilità e la capacità di trascendere il quotidiano, ha a che fare con la possibilità di sperare e di sognare, di decidere di quali tinte colorare il proprio mondo accettando i propri carichi e i propri pesi, facendosene interpreti , trattenendo ciò che àncora e radica e lasciando andare ciò che vincola soffocando.
La leggerezza serve, ne abbiamo bisogno come l’aria, anzi: è la dimensione della vita con cui ritrovare ossigeno, con cui riscoprire uno stile di vita sostenibile, che apre al cambiamento, alla creatività, alla possibilità di immaginare una vita migliore, nonostante tutto.” Laura Campanello, Leggerezza, Mursia, Milano 2015
About The Author: Anna Pellizzari
Sono consulente filosofico e aiuto le persone a mettere in pratica la filosofia. Organizzo laboratori di filosofia con bambini e ragazzi, conduco caffè filosofici e corsi su misura in vari contesti, sono appassionata di tutto ciò che ruota attorno alla salute mentale.
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