“La cura Schopenhauer” di Irvin Yalom affronta quella che forse possiamo chiamare La Domanda. Qual è il senso della vita?

Quanti di noi si sono posti questa domanda? E quante volte?

Innumerevoli poeti, uomini di scienza e di varia cultura hanno preso in esame per secoli questo tema.
Spesso però ci si rende conto che è impossibile rispondere in maniera univoca a un quesito simile.

Ogni essere umano ha un’interpretazione differente, dipendente da molti fattori: sociali, caratteriali e culturali di cosa sia la vita. E quasi sempre non basta neppure un’intera vita per riuscire a rispondere a questo interrogativo.

“La Cura Schopenhauer” può servire da stimolo per un lettore che si proponga di affrontare la questione sul senso della vita.

Naturalmente senza la pretesa di risolverla, cosa probabilmente impossibile, ma con l’opportunità di fornire punti di vista.

Il romanzo “La Cura Schopenhauer” è un’opera coinvolgente e ricca di contenuti, posti in modo lineare e dunque piacevolmente comprensibili.

Questo libro ha tutte le caratteristiche del romanzo:

  • Una serie di personaggi con le loro singole storie.
  • Diverse storie tutte nello stesso arco temporale.
  • Un saggio sulla psicoterapia.
  • Un saggio sulla consulenza filosofica.
  • Una biografia del filosofo Arthur Schopenhauer.
La Cura Schopenhauer

La filosofia uno strumento concreto

“La cura Schopenhauer” con un titolo di questo tipo non poteva certo esimersi dal parlare di filosofia. Ma Irvin Yalom non approccia alla filosofia in maniera astratta, anzi in modo molto concreto come strumento per comprendere la vita.

In tutto quello che ci accade, la filosofia può essere un valido aiuto per riuscire a scegliere la vita che vogliamo, per vivere e non essere vissuti.

La cura Schopenhauer: la trama

Sono due i filosofi a cui si fa riferimento, Nietzsche e Schopenhauer, due poli interpretativi che trovano i loro sostenitori nei due personaggi chiave.

Il professore Julius Hertzfeld più vicino a Nietzsche e Philip Slate favorevole a un metodo di consulenza filosofica ispirata a Schopenhauer.

La storia si svolge, escluse brevi digressioni sulla vita del filosofo, quasi del tutto in una stanza, fra uno psicologo e un gruppo di suoi pazienti seduti in circolo.

Le prime pagine del romanzo

Le descrizioni iniziali servono a mettere a fuoco contesto e personaggi. Questi ultimi sono accomunati dall’esigenza di mettere ordine nelle loro vite.

Recuperare autostima dopo aver chiuso sofferte relazioni. Superare le difficoltà che ognuno di loro sta vivendo e riemergere dal disagio esistenziale nel quale sono sprofondati.

L’obiettivo è di riuscire in questa correzione di rotta grazie a uno sforzo comune, differente da caso a caso, ma psicologicamente simile nelle conseguenze.

Il romanzo contiene inoltre una serie di aforismi che provengono tutti dalla stessa fonte, ovvero le opere e le considerazioni sulla vita di Arthur Schopenhauer.

Irvin Yalom ne ha raccolte alcune e le ha inserite nel suo racconto, intrecciandole al tessuto narrativo e ai sui temi principali.

La cura Schopenhauer ha un secondo fine?

E’ evidente l’intento dello scrittore di coinvolgere il lettore nella conoscenza di alcuni fra i filosofi più significativi del passato.

Attraverso storie che attingono a essi e poi filtrate dalla sua professione Irvin Yalom vuole proporre le idee di questi grandi pensatori come contenuti alla portata di tutti.

“La cura Schopenhauer” centra l’obiettivo in pieno, non soltanto grazie alla personalità di Schopenhauer della quale egli evidenzia i tratti principali, ma anche grazie alla scelta dei problemi trattati.

I problemi esistenziali dei protagonisti fanno, in qualche modo, parte del quotidiano di ognuno di noi e chiunque può riconoscersi, più o meno profondamente in essi.

Il romanzo nella consulenza filosofica

Per dimostrare la potenza della parola e dell’argomentare il romanzo può essere un prezioso strumento da utilizzare nella consulenza filosofica.

Il dialogo filosofico infatti consiste in domande e risposte rivolte alla giustificazione e all’argomentazione. Saper argomentare significa saper filosofare.

La ragione razionale da sola può non portare risultati nella consulenza filosofica e oltre alla ragione occorrono anche emozione e passione.

Scrivere un romanzo, come può essere anche “La cura Schopenhauer”, diventa una forma di filosofia che al criterio del vero sostituisce quello del verosimile.

Attraverso l’arte dell’inventare infatti è possibile creare nuove vie che portano alla costruzione di visioni del mondo differenti.
Tutto ciò che può accendere l’immaginazione è utile al lettore perché immaginare è scegliere. Si può cambiare la propria vita solo cambiando atteggiamento e prospettiva.

La cura Schopenhauer, consulenza filosofica e metodo

“La cura Schopenhauer” affronta anche il rapporto tra consulenza filosofica e metodo.

Partendo da Philip, aspirante consulente filosofico, che scopre di aver applicato troppo alla lettera la filosofia del suo maestro Schopenhauer, arriva a concludere che non ci si può affidare, nel lavoro, a un’unica corrente e che comunque occorre farlo con spirito critico.

A un consulente non basta avere una concezione del mondo forte e rigorosa, anzi questa si trasforma in un difetto se non è forte ma flessibile, rigorosa ma aperta al cambiamento e autocritica.

Inoltre il romanzo mette in evidenza come per un consulente filosofico sia fondamentale anche la sfera delle emozioni.
Philip infatti scoprirà di averla trascurata e di essere mancante di qualcosa non avendo lui raggiunto anche una maturità emotiva.

Il consulente, qualunque cliente incontri, dovrà dunque usare una sensibilità particolare per trovare e valorizzare le risorse che vi sono in ogni essere umano.

Titolo: La Cura Schopenhauer
Autori: Irvin Yalom
Editore: Neri Pozza
Anno: 2009
Pagine: 479

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