
Alcuni giorni fa con la classe seconda della scuola media ho svolto un laboratorio sull’amicizia.
Ho spiegato brevemente agli alunni cos’è un laboratorio di dialogo socratico e ho dato alcune informazioni su Socrate e sulle caratteristiche del suo modo di fare filosofia; mi sono soffermata in particolare sull’esigenza di dare una definizione ad un concetto universale.
Per quanto riguarda l’argomento è stato concordato in precedenza con gli alunni in base alla tematica che stiamo affrontando in queste settimane durante le lezioni di italiano e che ci viene suggerita dal testo antologico.
Si tratta dell’amicizia e ha diversi obiettivi: ampliare le conoscenze degli alunni sui valori e sul linguaggio delle relazioni e sviluppare l’abilità di individuare i sentimenti espressi nei testi e confrontarli con le proprie esperienze.
Le fasi del laboratorio
Nella prima fase ho cambiato la disposizione degli alunni facendo mettere i banchi a ferro di cavallo in modo che si potessero vedere tutti in viso e avessero la possibilità di scrivere sui loro quaderni.
Ho chiesto a tutti il consenso a dialogare sul tema scelto e insieme abbiamo condiviso le regole da rispettare nel laboratorio: interventi brevi, concentrazione sui racconti dei compagni tramite un ascolto attivo e la sospensione del pre-giudizio e del giudizio nei confronti degli altri.
Successivamente ho chiesto a ognuno di loro di pensare ad un’esperienza, rappresentativa dell’argomento in questione alla quale è seguita la fase dei racconti.
Ho spiegato ai ragazzi che poteva essere “diretta” e quindi vissuta in prima persona oppure indiretta, cioè vista in un film oppure letta in un libro, in un brano antologico o anche sentita in una canzone.
In questa fase ho evidenziato delle difficoltà da parte di alcuni alunni che inizialmente non volevano raccontare la propria esperienza davanti agli altri compagni.
Nei ragazzi vi era una forte componente emotiva che ho cercato di contenere sostenendo il disagio che alcuni hanno provato.
Ho invitato ognuno di loro a sintetizzare con una parola o una breve espressione ciò che avevano raccontato.
In alcuni casi abbiamo discusso insieme il termine più adatto soffermandoci sui diversi significati.
Ho riportato le parole alla lavagna, visibili a tutti e gli alunni le hanno scritte nei loro quaderni.
Conclusa questa fase abbiamo riunito le parole simili con l’obiettivo di selezionare quattro o cinque categorie di sintesi.
E’ stato un lavoro spontaneo per i ragazzi che hanno trovato facilmente connessioni tra le parole.
Nella seconda fase ho formato tre gruppi e ho chiesto a ogni gruppo di scrivere la risposta alla domanda “Che cos’è l’amicizia” in un tempo di circa 20 minuti, utilizzando le parole raccolte e aggiungendo anche altri elementi per formare frasi di senso compiuto. Precedentemente ci siamo accordati su cosa significa dare una definizione e i ragazzi hanno condiviso il fatto che dovesse essere concisa ma allo stesso tempo completa e che rappresentasse tutte le loro esperienze.
Alla fine del lavoro il portavoce ha letto la definizione del gruppo.
La metodologia utilizzata nei diversi gruppi
Osservando i gruppi ho visto delle metodologie diverse utilizzate in modo spontaneo dagli alunni: alcuni hanno fatto un’ulteriore selezione tra le parole evidenziando quelle per loro più rappresentative e hanno provato a collegarle; altri hanno scritto singolarmente una definizione e successivamente, dopo essersi confrontati, ne hanno elaborato una condivisa; alcuni hanno discusso a lungo sul significato dei termini prima di procedere nella scrittura.
Non sono mancati momenti di difficoltà legati alla relazione personale tra alcuni componenti del gruppo; soffermandosi a osservare cosa stava succedendo e con la mediazione degli altri componenti che hanno riportato l’attenzione sul lavoro che si stava svolgendo e sull’argomento, sono riusciti comunque a superare la fase di blocco e a raggiungere un accordo.
Conclusione del laboratorio
Al temine del tempo stabilito le definizioni prodotte sono state scritte alla lavagna e ogni gruppo ha votato per la definizione degli altri gruppi che riteneva più completa, non potendo naturalmente votare per la propria.
Le due definizioni più votate sono state nuovamente analizzate e questa volta, tutti insieme, i ragazzi sono stati in grado di crearne un’altra sulla quale si sono ritrovati tutti d’accordo. Alcune parole, (ad esempio legame, fiducia, felicità, sintonia, accettazione, aiuto) sono risultate “più forti” di altre e nella definizione condivisa dalla classe i ragazzi non hanno voluto rinunciarvi. Hanno chiesto di poter scrivere la definizione su un cartellone da tenere in classe.
Si sono mostrati molto soddisfatti del lavoro svolto e hanno chiesto di poter continuare lo stesso tipo di laboratorio con altre parole per creare nuove definizioni.
About The Author: Concetta Ippoliti
Sono insegnante di lettere presso la scuola secondaria di primo grado, laureata in Filosofia, ho conseguito il master di II livello in Consulenza filosofica presso l’università di Tor Vergata, Roma. Utilizzo le abilità del counseling in ambito scolastico attuando con gli allievi e con le famiglie l’ascolto attivo, la comprensione, l’empatia, l’accettazione dell’altro.
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