Il laboratorio sul romanzo di formazione è l’ultimo momento di un percorso d’orientamento, a tre tappe, pensato per ragazzi di terza media.
- Appena rientrati a scuola, come prima tappa abbiamo analizzato successi e insuccessi scolastici.
- Con il secondo abbiamo parlato delle singole aspirazioni dei ragazzi permettendogli così una scelta più consapevole del loro futuro scolastico.
- In questo momento finale, grazie al romanzo di formazione, affrontiamo il tema della giustizia nell’adolescenza e tiriamo le somme sul percorso fatto fino ad ora.
Per questo laboratorio ho proposto la lettura del libro Il Signore delle mosche dì William Golding, un romanzo che offre numerosi spunti di riflessione e ha come protagonisti un gruppo di adolescenti.
Entrambe queste caratteristiche risultano d’aiuto nel catturare l’attenzione dei ragazzi, stimolare il dialogo e l’immedesimazione in personaggi e avvenimenti.

Il laboratorio sul romando di formazione di William Golding ci ha permesso di ritrovare il cambiamento psicologico e affettivo di un gruppo di ragazzi che si trovano a vivere una situazione limite che segnerà per alcuni il definitivo abbandono dell’infanzia e il passaggio all’ adolescenza.
Oggi giorno seppur in modo differente i nostri ragazzi stanno vivendo una situazione limite che li sta costringendo a fare i conti con contesti e momenti che non avrebbero dovuto sperimentare.
In questo caso, grazie al laboratorio sul romanzo di formazione, il processo di crescita avviene attraverso esperienze sconvolgenti, prove, delusioni e sconfitte vissute dai diversi personaggi e indirettamente dagli studenti .
Dopo aver ripercorso la trama del romanzo ho proposto ai ragazzi di soffermarsi su alcune situazioni e di:
- Analizzare criticamente il testo.
- Formulare un personale punto di vista.
- Passare dal romanzo a considerazioni sul reale.
In questo modo sono stati accompagnati attraverso un processo faticoso durante il quale hanno dovuto riflettere su concetti e problemi universali relativi all’uomo e alla sua natura.
“Ralph piangeva per la fine dell’’innocenza, la durezza del cuore umano, e la caduta nel vuoto del vero amico, l’amico saggio chiamato Piggy.”
(Il Signore delle Mosche, William Golding)
Laboratorio filosofico – il metodo
Lo scopo del laboratorio sul romanzo di formazione è quello di incuriosire i ragazzi, renderli partecipi, attivi e propositivi, fornendo input che portino a domandare e riflettere.
- Inizialmente sono stati scelti alcuni brani dell’opera.
- I testi sono stati letti in aula.
- I ragazzi hanno formulato tre domande a testa.
- Una domanda l’hanno condivisa con la classe.
- Attraverso un dibattito ne abbiamo scritte alcune alla lavagna.
Stabilite le domande su cui lavorare tutti insieme, i ragazzi si sono confrontati in modo ordinato, esprimendo ognuno il proprio parere e ascoltando le considerazioni degli altri compagni, dimostrando maturità e rispetto reciproco.
Laboratorio – il confronto
Tra le domande alla lavagna, due in particolare mi hanno permesso di proporre dei collegamenti tra i temi che stavamo affrontando nel laboratorio sul romanzo di formazione e alcuni argomenti di cittadinanza che abbiamo trattato fino ad oggi: la figura del capo e l’importanza delle leggi.
La figura del capo
Alla domanda “Perché i ragazzi eleggono un capo?” la maggior parte ha risposto che l’esigenza del capo ricorda la figura del genitore che in qualche modo è responsabile e si prende cura di loro.
Qualcuno ha detto che la necessità di un capo nasce dalla complessità della situazione. I ragazzi si sono trovati a vivere in un contesto di instabilità e per paura di una convivenza difficile e possibili disordini hanno eletto la figura di un responsabile.
L’argomento “capo-società” mi ha permesso di condividere con i ragazzi i pensieri di due grandi filosofi che a proposito della natura umana avevano idee diametralmente opposte: Rousseau e Hobbes.
Rousseau:
“L’uomo nasce buono ma è la società che lo corrompe.”
Hobbes:
“Se due uomini desiderano la stessa cosa, e tuttavia non possono entrambi goderla, diventano nemici e sulla via del loro fine (che è principalmente la loro propria conservazione, e talvolta solamente il loro diletto) si sforzano di distruggersi o di sottomettersi l’un l’altro.”
Dunque Rousseau, fortemente convinto della bontà primitiva dell’essere umano, parla di una natura umana pacifica, altruista e tesa all’armonia dei rapporti. Di contro Hobbes sottolinea la profonda tendenza dell’uomo a voler prevalere sui suoi pari.
La forza del laboratorio sul romanzo di formazione sta proprio in ciò che accade dopo la lettura dei testi. Alcuni studenti hanno condiviso il pensiero di Hobbes, esprimendo una valutazione negativa dell’animo umano.
Altri si sono mostrati più aperti e meno sicuri che possa esistere una verità assoluta. Ma tutti hanno portato il proprio pensiero fuori dalla loro zona di comfort, mettendo in dubbio le proprie idee per confrontarle con quanto letto e poi rimettere nuovamente tutto in discussione.

L’importanza delle leggi
Analizzato il tema “capo-società” siamo quasi naturalmente passati all’argomento “leggi”. Questo estratto in particolare è piaciuto molto ai ragazzi e ci ha aiutato a mettere a fuoco il punto centrale del nostro discorso:
Dovremo avere delle leggi. Dove c’è la conchiglia c’è l’adunata. Fa lo stesso, quassù o laggiù”. Jack si sporse a prendere la conchiglia e si alzò piedi, tenendo con cura quella cosa preziosa tra le mani nere di carbone. “Sono d’accordo con Ralph. Dobbiamo avere delle leggi e rispettarle. Dopo tutto non siamo selvaggi. Siamo inglesi e gli inglesi sono i più bravi in tutto dunque dobbiamo fare quello che è giusto”.
(Il Signore delle Mosche, William Golding)
I ragazzi hanno individuato nella conchiglia suonata da Ralph il simbolo dell’ordine e dell’organizzazione della loro comunità appena nata.
La conchiglia è qualcosa di sacro, a cui portare rispetto. Di conseguenza chi, in un preciso momento, la possiede sarà rispettato e potrà esprimere pacificamente il suo parere.
Quando non sarà più rispettato questo simbolo, prenderanno il sopravvento la forza, la violenza, la legge del più forte e il caos portatore di tragiche conseguenze.
Conclusioni
Alla fine del nostro laboratorio sul romanzo di formazione ho invitato i ragazzi a volgere uno sguardo indietro e ripercorrere le tappe di questo percorso iniziato ormai a ottobre.
Da parte mia ho detto loro di aver notato dei miglioramenti, che ho potuto osservare nella comunicazione e nelle riflessioni personali.
In pochi mesi e in una situazione complessa che limita i contatti praticamente solo alle lezioni di scuola, hanno acquisito maggiori consapevolezze e più sicurezza nell’affrontare la scelta della scuola superiore, dimostrando di aver compiuto un altro passo nel loro percorso di crescita.
About The Author: Concetta Ippoliti
Sono insegnante di lettere presso la scuola secondaria di primo grado, laureata in Filosofia, ho conseguito il master di II livello in Consulenza filosofica presso l’università di Tor Vergata, Roma. Utilizzo le abilità del counseling in ambito scolastico attuando con gli allievi e con le famiglie l’ascolto attivo, la comprensione, l’empatia, l’accettazione dell’altro.
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