Essere e diffondere luce, in queste due azioni è racchiusa l’essenza dimenticata dell’umanità e della realtà stessa. Un’essenza di luce che la lanterna della filosofia vuole ricordare ed far emergere in ogni ambito in cui la vita si dispiega.

La luce è ciò che illumina, ciò che divora il buio e ciò che, nel contempo, lo rischiara attraverso i colori. Permette loro di manifestarsi tramite la sua interazione con gli oggetti e i corpi, in sospeso tra materia e spirito.
Ogni essere umano è costituito intimamente ed esternamente da questa luce di colori d’esistenza. Ognuno è una luce attraversata da altrettanta luce ed è proprio questo ciò che alimenta la lanterna della filosofia.

Che cos’è il progetto ‘Lux’

‘Lux’ è una pratica filosofica aziendale che si basa sui concetti di identità e valore. Il suo obiettivo è quello di illuminare per illuminarsi, far emergere il legame intrinseco tra comunità di lavoro e individualità.

Svolgimento

LUX consiste in un gioco di team per piccoli gruppi di massimo sei persone disposti a cerchio. Si divide in cinque momenti:

  • Ogni partecipante è invitato a scrivere su un foglio tre parole che lo descrivono: può utilizzare qualsiasi parola, senza alcun ambito di riferimento o categoria.
  • Il filosofo che guida la pratica mette a disposizione dei partecipanti tre colori, il rosso, il giallo e il blu, invitando ognuno a colorare le sue parole scelte con un unico colore tra quelli proposti.
  • È la fase del confronto: ogni partecipante avrà identificato le proprie parole con un preciso colore. A turno motivando la scelta, i partecipanti leggono a tutto il gruppo le proprie parole e il colore usato.  A questo punto, ogni membro del gruppo rappresenterà un colore tra il blu, il giallo e il rosso.
  • Il filosofo consulente forma a sua scelta delle coppie o gruppi di tre persone e invita ognuno a confrontarsi tra di loro (magari per notare se ci sono parole uguali tra persone diverse, concordanze o sinonimi interessanti) e a creare un elenco di tutte le parole scritte, ricordando anche i colori scelti.
  • Nella fase conclusiva il gruppo si riunisce e il facilitatore su una lavagna disegna tre cerchi, uno rosso, uno blu e un altro giallo, facendoli intersecare tra di loro, nei quali inserisce tutte le parole scelte. Infine chiede ai partecipanti cosa vedono.

Descrizione

Ognuna delle parole scelte dai singoli dice qualcosa della sua luce interiore che, in modo enigmatico, esiste e sussurra e che la filosofia vuole tornare ad illuminare. Ogni individuo è presente fisicamente alla situazione ma immerso in un oltre che lo costituisce per natura.

I colori prescelti, il blu, il giallo e il rosso, con i quali i partecipanti si identificano tramite le loro parole descrittive, sono i colori primari, quelli che mischiandosi tra loro, danno vita a tutti gli altri colori.

Nel confronto reciproco ognuno si scopre essere un colore primario, ricco della luce che dall’esterno lo attraversa fino a toccare e ravvivare quella più interna. Ogni anima è un colore primario, lux di carne ed ossa che torna a brillare, perché si scopre posta tra altri colori primari diversi ma identici essenzialmente a sé.

Dire che ognuno è un colore primario significa che ogni singola identità ha un valore inestimabile e assolutamente necessario per dar vita, insieme agli altri, ai colori di una luce che torna a brillare nell’intreccio d’esistenza e nella scoperta del proprio oltre di valore prezioso.

Solo dall’unione di colori primari d’esistenza luminosa si può generare una comunità rinnovata di colori, valori individuali ed elementi portanti della stessa società in ogni ambito, in particolare quello lavorativo, in cui questo progetto, nella fase del lavoro in piccoli gruppi, vuole insegnare a mettere davanti l’essere prima del fare.

E’ interessante focalizzare l’attenzione sulle parole e sull’uso del linguaggio: in esso echeggia sempre una dimensione ulteriore da recuperare ed illuminare, perché vi è riposta la chiave di senso.

Gli elenchi rappresentano la fusione dei colori primari tra di loro, attraverso la luce che si scopre provenire da dentro grazie agli altri: ognuno si riconosce e torna ad illuminare il proprio “colore” soltanto nel confronto, creando unione o anche contrasto, che non è negatività ma fecondità.

La filosofia farà di quel disordine di parole e di quella luce di colori primari che si fondono e oppongono, una nuova comunità che inizia a vedere i “colori” interni di ognuno per creare, rinnovare ed esistere altrimenti.

Conclusioni

Nell’ ambiente di lavoro e nella vita ognuno capirà di essere un colore primario circondato da altri colori primari, di essere parte di una luce che permette di vedere sia i colori degli altri sia quelli che attraversano la propria anima.

Un team aziendale scopre quindi di essere formato in realtà da un intreccio di colori primari, pieni di caratteristiche che sono valori individuali a servizio degli altri. La luce torna a far vedere i colori solo quando ci si ricorda come usarla e che si ha bisogno degli altri per farlo, dei loro occhi che cercano il nostro stesso colore: è il gioco del perdersi per ritrovarsi, scoprendo meravigliose combinazioni con cui reinventare il proprio lavoro e le proprie relazioni.

‘Lux’ vuole insegnare a guardare i colori interni delle persone, per dar vita a comunità di lavoro di persone contrastanti, ma identiche e fondamentali nel loro valore, continuamente da reinventare e di cui essere responsabili.

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