“Bisogna riportare la scuola secondaria di I grado al centro dell’attenzione pubblica per farle ritrovare una missione che garantisca efficacia ed equità: consentire a tutti gli studenti di acquisire apprendimenti di qualità, fare crescere la loro capacità di studiare in autonomia, orientare a scelte più consapevoli degli studi successivi”.

Queste sono le parole che Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, utilizza per presentare il Rapporto scuola media 2021 in cui si evidenzia un peggioramento delle condizioni generali della scuola secondaria di I grado.

Il documento evidenzia infatti che i risultati nelle materie scientifiche calano notevolmente e si accentuano le differenze legate all’area geografica, al genere e all’estrazione sociale della famiglia di origine. Viene rilevato inoltre che il benessere degli studenti diminuisce durante i tre anni perché aumenta lo stress per il carico da lavoro e gli alunni non trovano un ambiente favorevole.

La scuola secondaria di I grado più che essere un anello di congiunzione tra scuola primaria e scuola superiore, diventa un limbo in cui i ragazzi rischiano maggiormente di perdersi e di compiere delle scelte poco consapevoli riguardo al proprio futuro.

scuola secondaria primo grado_classe

Chi è Simona Butò aka @epea.pteroenta

Grazie ai social abbiamo conosciuto Simona Butò, insegnante di matematica e scienze presso la Scuola Secondaria di I grado, titolare dei progetti relativi alla comunicazione e alla scoperta dell’identità nonché referente per l’orientamento.

Nel suo podcast “Narrare la scienza” si presenta come “innamorata delle storie, dei racconti, del mito, di quelle invenzioni della mente umana che ci permettono di vivere un’infinità di vite oltre la nostra. Che ci proiettano davanti agli occhi future possibilità e richiamano dalla memoria momenti appartenenti al passato. […] La scienza è un’avventura della nostra specie, è il racconto di come alcuni uomini e donne hanno potuto immaginare ciò che alla loro epoca ancora non si conosceva e dopo averlo immaginato lo hanno raccontato ad altri, utilizzando strumenti e simboli strani e particolari che non fossero più soltanto parole. In alcuni casi inventandosi alfabeti dal nulla.”

Dalla comune passione per l’educazione, la formazione e la filosofia è nata una chiacchierata stimolante, durante la quale abbiamo toccato vari temi riguardanti le problematiche e le potenzialità della scuola media.

La matematica e le scienze nella scuola media

Diciamocelo, queste due materie non sono mai tra le più amate dagli studenti e men che meno dai genitori che si ritrovano spesso a sudare freddo tra teoremi di Euclide, monomi e principi della dinamica. Vengono viste, soprattutto la matematica, come due discipline molto teoriche e quindi complicate, i cui effetti sono difficili da toccare con mano nella realtà.

Spesso si sente dire per esempio che non si è portati per matematica o geometria (raramente si dice di non essere portati per l’italiano!) e questo viene vissuto come un destino ineluttabile, un pregiudizio nei confronti della materia o una montagna da scalare.

È vero anche che, sottolinea Simona, negli attuali libri di testo i contenuti sono sì abbastanza approfonditi nei vari ambiti ma sono molto isolati gli uni dagli altri, mancano cioè i collegamenti fra le varie materie dello stesso ambito che renderebbero più chiara la necessità storica di sviluppare una certa idea.
Viene data ancora poca importanza, infatti, all’aspetto storico rischiando così che le diverse teorie vengano esposte come “questa è la teoria vecchia, questa quella nuova che l’ha superata.” Lo studente poi si chiede perché dovrebbe studiare tutte le teorie scientifiche se è già stato scoperto tutto, riducendo così l’apprendimento ad una mera acquisizione di nozioni.

Un nuovo approccio metodologico

Si cerca, dice sempre Simona, di stimolare i ragazzi a chiedersi il perché e a meravigliarsi insieme.

In chimica, per esempio, possiamo iniziare chiedendoci perché più di duemila anni fa si è sentita l’esigenza di interrogarsi sull’origine della materia. In scienze, prendendo spunto dall’esperimento svolto dall’equipaggio dell’Apollo 15, chiedersi perché sulla Luna una piuma e un martello cadono contemporaneamente, mentre sulla Terra questo non accade. Oppure in matematica sperimentare che cosa sia una divisione impossibile.

Recuperare la dimensione storica del pensiero durante la lezione dà la sensazione agli studenti di ripercorrere la storia del pensiero nel loro pensiero all’interno di materie come la scienza o la matematica che rischiano altrimenti di diventare puro scientismo.

Nella scuola secondaria di I grado è importante allenare l’immaginazione dei ragazzi, perché la mente talvolta è capace di fare quello che gli occhi non sono ancora in grado di vedere. Un po’ come successe ad Einstein che all’inizio vide nella sua mente l’idea di un cosmo curvo e ‘solo’ dopo vent’anni riuscì a scrivere la formula di quello che all’inizio era un esperimento mentale.

Lavorare con questo metodo, che è un vero e proprio metodo di ricerca, significa saper problematizzare un concetto o un enunciato, individuare la domanda giusta per far nascere nuove possibilità di pensiero.

Albert Einstein murales

Effetti positivi di questo approccio

Questo metodo di insegnamento che riporta al centro le capacità di argomentare, di discutere e di ricercare correlazioni fra le diverse tipologie di conoscenze, ha un effetto positivo su quel benessere degli studenti di cui parlano sia il Rapporto scuola media della Fondazione Agnelli sia  l’Agenda 2030 (Obiettivo 4 “Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti”).

Un benessere che coincide con l’andare a scuola contenti, perché si incontrano i propri amici, si imparano cose nuove, si scoprono le idee dei propri compagni.
All’interno di questo contesto, dunque, si può notare che le difficoltà di apprendimento di alcuni studenti sono meno marcate, perché ciascuno è chiamato a mettere in campo tutte quelle abilità socio-affettive e morali (le cosiddette non cognitive skills) che permettono di promuovere un benessere personale e sociale.

Per saperne di più su Simona e i suoi progetti:
Instagram:
@epea.pteroenta
Sito: www.epeapteroenta.it

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