Il termine morale deriva dal latino moralis che a sua volta proviene da ‘mos moris’ che significa costume.
Esso discende dal termine greco etica, coniato da Aristotele e nel tempo ha mantenuto nel complesso il suo significato originale, anche se possiamo notare una sua connotazione più teoretica legata alla sfera cristiana.
Per i Romani la morale era relativa alla vita pratica in quanto legata alle azioni che si compiono nella quotidianità. Queste azioni possono essere giuste o ingiuste ma, in ogni caso, comportano una scelta libera e consapevole.

La filosofia morale studia proprio il comportamento dell’uomo in relazione alle modalità, alle finalità non solo in rapporto all’altro uomo ma anche alle leggi.
Molti filosofi si sono soffermati ad analizzare origine e scopo di una determinata condotta umana, da Platone a Hobbes, da Locke a Hegel, passando per il filosofo per eccellenza della morale Kant, ma anche Marx e Nietzsche, e ognuno di loro ha tentato di dare una definizione, ma specialmente, di trovare una motivazione valida all’agire nel bene piuttosto che nel male.

Sicuramente l’azione morale è inevitabilmente legata alla razionalità. Un’azione morale, infatti, nell’opinione comune viene spesso associata ad un’azione positiva, ma essa in realtà può essere anche negativa, il punto è la scelta razionale.

Nella vita politica, nonostante in questo periodo la corruzione sembra dilaghi all’interno delle istituzioni a tutti i livelli, questa parola non viene spesso utilizzata, neppure nel suo senso più comune.

Tale situazione potrebbe derivare dal fatto che, agire con moralità, comporti necessariamente una libera consapevolezza e quindi una responsabilità, sia che questo agire sia positivo o negativo.

La responsabilità delle proprie azioni, e una riflessione attenta e attiva sui comportamenti che vengono tenuti, specialmente all’interno della cosa pubblica, non pare essere un connotato decisivo all’interno dell’azione politica, quando, in realtà, ne dovrebbe essere il principio primo.

Certamente, la “questione morale” è stata più volte affrontata nella storia recente della politica italiana, ma è sempre più un retaggio del passato, non un principio universale che regola il pensiero e l’azione del politico.

Norberto Bobbio analizza in maniera approfondita questa tematica e ne emergono interessantissimi spunti di riflessione che è possibile trovare accedendo a questa pagina in cui sostiene che:
“Il problema dei rapporti fra etica e politica è più grave in quanto l’esperienza storica ha mostrato […] che ciò che è illecito in morale possa essere considerato e apprezzato come lecito in politica, insomma che la politica ubbidisca a un codice di regole, o sistema normativo, differente da, e in parte incompatibile con, il codice, o il sistema normativo, della condotta morale.”

Oggi, quindi, la politica agisce all’interno della sfera morale?

Film consigliato: Hannah Arendt, anno 2012, regista Margarethe von Trotta

Libro consigliato: Luigi Sturzo, Morale e politica, Roma, 2012

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