Dopo aver analizzato nel primo articolo “Che cos’è la filosofia pratica e di cosa si occupa”  le motivazioni che hanno portato, all’inizio del ‘900, al recupero del senso pratico della filosofia, in questo secondo articolo vi spieghiamo le origini della filosofia pratica nel mondo greco e in filosofi come Socrate e Aristotele.

Nel pensiero filosofico un posto di primo piano è sempre stato occupato dai problemi che riguardano l’agire umano, le scelte di vita individuali e la partecipazione alla società civile e politica.
Nel ‘900 si è assistito a una rinascita di interesse per le competenze che la riflessione filosofica può offrire e si è tornati a guardare con una certa aspettativa alla filosofia pratica.

L’attualità di Aristotele

Uno tra i segnali più consistenti di questo fenomeno è stata la cosiddetta riabilitazione della filosofia pratica che si è avuta in Germania. Si tratta della ripresa di alcune intuizioni della filosofia aristotelica e la rivendicazione della loro attualità da parte di diversi pensatori contemporanei.
A preparare la riscoperta di Aristotele ha contribuito Martin Heidegger che tenne dei corsi sull’ Etica Nicomachea a Friburgo (1919-1923) e Marburgo (1923-1928).

Le sue lezioni furono seguite allora, tra gli altri, da Hans-Georg Gadamer, Hannah Arendt, Joachim Ritter, autori che con i loro scritti furono in seguito i principali promotori della riabilitazione della filosofia pratica e del neoaristotelismo.

È giusto anche chiamare la filosofia scienza della verità. Infatti della filosofia teoretica è fine la verità, e di quella pratica è fine l’opera, poiché i filosofi pratici anche se indagano il modo in cui stanno le cose, non studiano una causa di per sé stessa, ma in relazione a qualcosa ed ora.

Aristotele, Metafisica – II libro

È Aristotele il primo filosofo che distingue i diversi ambiti dell’indagine filosofica.

Mentre la filosofia teoretica indaga e ricerca la verità, la filosofia pratica si occupa dell’agire, è utile all’uomo e ricerca le cause di ciò che avviene in una data situazione e in un preciso momento. Aristotele distingue poi anche le scienze poietiche o produttive (per Aristotele scienza e filosofia sono sinonimi) che ricercano il sapere in vista del fare, per la produzione di un determinato oggetto.

Le scelte dell’uomo si manifestano nelle sue azioni, seguono ad una valutazione razionale della realtà e la scienza che le studia è chiamata anche etica.
Insieme alla politica costituisce l’ambito delle scienze pratiche, profondamente innovate da Aristotele che non guarda tanto a un modello ideale di virtù e di pólis, ma analizza una varietà di situazioni e di esperienze nelle quali occorre di volta in volta scegliere la condotta più opportuna.

Tutte le azioni umane inoltre tendono a “fini” particolari subordinati ad un fine ultimo che è il “bene supremo” che tutti gli uomini sono concordi nel chiamare felicità. Per raggiungerla l’uomo deve vivere secondo la ragione, che lo caratterizza in quanto uomo.

In questo modo l’essere umano realizza sé stesso ed esprime tutte le sue possibilità all’interno di una comunità.

Per Aristotele c’è un nesso assai stretto tra etica e politica ma per coglierlo è necessario tornare al concetto di prassi che è il centro di tutto il suo pensiero. L’azione vera è quella che ha luogo nell’agorà, nella discussione pubblica per la gestione della città.

L’uomo infatti è un animale politico che grazie all’uso della parola è in grado di comunicare la sua percezione e valutazione della realtà e di confrontarsi con i suoi simili.

Acropoli di Atene

La figura di Socrate

Anche se ricostruire con oggettività storica la sua persona è impossibile, poiché tutto ciò che sappiamo ci è pervenuto unicamente dalle testimonianze di coloro che lo conobbero e ne furono discepoli, Platone in primo luogo, possiamo sostenere che con Socrate si afferma l’idea stessa di filosofia intesa come discorso, pensiero legato ad un certo modo di vivere.

Di solito si studia la filosofia come un susseguirsi di teorie che spiegano l’universo e il significato della vita dell’uomo e si considera la scelta di vita fatta dal filosofo come qualcosa di secondario.
Questa visione non è però applicabile alla filosofia antica perché da Socrate in poi discorso filosofico e scelta di vita appaiono quasi indissolubili. La scelta di vita non è la conseguenza di sistemi di pensiero, ma si colloca addirittura all’inizio di questi processi.

Il discorso filosofico prende forma proprio a partire da una scelta di vita, all’interno di un orizzonte che comprende la critica ad altre posizioni esistenziali, la visione del mondo e di un certo modo di vivere, la decisione volontaria di aderire ad un preciso modello.

Ecco anche spiegato il fatto che i filosofi antichi si collocano sempre all’interno di un gruppo o di una scuola, che esige dall’individuo una scelta esistenziale che impegna tutta la sua persona.
Discorso filosofico e scelta di vita non si devono contrapporre come aspetto teoretico e pratico della filosofia perché a sua volta il discorso ha anche un aspetto pratico, producendo effetti sull’interlocutore o sul lettore.

Il dialogo socratico

La stessa forma dialogica in cui Socrate svolge quasi sempre il ruolo di colui che interroga non fu un’invenzione platonica, ma apparteneva ad un genere particolare, quello del dialogo socratico, la cui forza non risiedeva solo nel susseguirsi di domande e risposte, quanto nel ruolo centrale svolto da Socrate.

Dialogare significava così per gli interlocutori porsi sì come soggetti, ma insieme un andare oltre la propria limitata individualità. Il dialogo quindi era il mezzo della trasformazione del singolo, attraverso cui si imparava a vivere in maniera filosofica portando avanti una ricerca disinteressata.

Come il consulente filosofico, il filosofo ateniese filosofava con chiunque, indipendentemente dalle sue competenze in materia, e lo faceva soprattutto per condurlo a prendere coscienza della sua implicita filosofia di vita, a comprendere a quali valori essa s’ispirava e a misurarne la validità e la coerenza, non solo rispetto alla ragione ma anche al suo stile di vita.

Pertanto la filosofia di Socrate si caratterizza per il suo carattere dialogico che la consulenza filosofica riprende perché lo riconosce come la dimensione nella quale si mette in discussione il proprio presunto sapere.

La consulenza filosofica parte proprio dal presupposto che la personale maniera che ognuno di noi ha di abitare il mondo esprima una specifica visione del mondo anche se la maggior parte di noi non ne è del tutto consapevole perché non vi riflette abbastanza o perché pur facendolo, non ha gli strumenti cognitivi necessari per potersene capacitare.

La pratica filosofica oggi

Le pratiche filosofiche, di cui si parla in Europa dai primi anni ’80 del Novecento, rappresentano il ritorno della filosofia al contatto diretto con le persone.

Le forme moderne di pratica filosofica possono coinvolgere a seconda dei casi i membri di un’associazione, gli alunni di una scuola, i dipendenti o i manager di un’azienda o essere aperte a chiunque sia interessato. In tutti i casi ai partecipanti viene chiesto di mettere in gioco le proprie idee, i concetti, i valori e di verificare le basi su cui si fondano, accogliendo e rispettando le proposte altrui.

Ciò che accomuna le diverse applicazioni della pratica filosofica sono gli aspetti culturali e relazionali della filosofia, in quanto portatrice di un vero e proprio modo di stare nel mondo. La riflessione filosofica ha uno scopo molto elevato e al tempo stesso umano: dare senso alla vita, alimentando una ricerca che accomuna prospettive diverse, lasciare alla soggettività spazio di esprimersi e vivere un percorso di conoscenza, invenzione e scoperta.

Per attuare questo progetto, la filosofia propone un profondo lavoro culturale e di cura intellettuale dell’umanità. Ciò significa non limitarsi a coltivare il sapere razionale, ma anche accrescere la sensibilità individuale e il mondo dei sentimenti.

Nel prossimo articolo conosceremo meglio la figura del consulente filosofico, quali strumenti utilizza e in quali contesti è possibile sviluppare le diverse pratiche filosofiche.

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