Oggi parliamo di perdono. Un argomento che emerge molto spesso durante gli incontri, anche diversi dal nostro, del quale però non si riesce mai a coglierne il vero significato perchè è sempre troppo legato a fatti di cronaca nera; perciò, quando si parla di perdono, si finisce sempre in realtà per discutere dell’ impossibilità categorica di perdonare (“Non si può perdonare chi ti ha ammazzato un figlio!”, ” E’ impossibile perdonare chi ha commesso una strage”).

Noi oggi decidiamo di riflettere sul perdono a livello più intimo e personale, prendendo in considerazione non fatti di cronaca nera, che per certi versi sono lontani da noi, ma situazioni che possono riguardare la nostra vita quotidiana, come il tradimento del nostro compagno o un torto commesso da un nostro caro amico. Questo perchè pensiamo che sia impossibile capire se saremmo disposti a perdonare una persona che ha commesso un reato molto grave, se non si vive una vicenda simile sulla propria pelle. 

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Come spunto per iniziare la discussione, leggo una poesia di Bruno Tognolini dal titolo “Rima senza perdono” che in pochi versi coglie perfettamente gli aspetti cruciali del concetto che stiamo analizzando.

Innanzitutto il perdono riguarda due individui che si vogliono bene e sono legati da un sentimento molto forte; se subisco, infatti, un torto da una persona che mi è del tutto indifferente non sono interessato a ricucire i rapporti con lei.

In secondo luogo, l’atto del perdono ha bisogno di tempo come se si stesse rielaborando un lutto (cfr. Massimo Recalcati, Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa); è per questo che non ha senso ragionare se perdonare qualcuno o meno immediatamente dopo il torto subito.

LIA: “Io aggiungerei anche un altro aspetto: chi commette il tradimento deve chiedere di essere perdonato, dimostrando di essersi pentito dell’azione commessa.”

VANESSA: “Concordo con il fatto con il primo aspetto, ovvero  puoi perdonare solo una persona a cui tieni; una persona che vuoi ancora nella tua vita oppure una persona con la quale hai condiviso gran parte della tua esistenza.”

CHIARA:” Secondo me bisogna anche tener presente che non è così semplice chiedere il perdono e essere dalla parte di chi deve essere perdonato…sembrerà assurdo….però chi chiede perdono in qualche modo si sente in una condizione di inferiorità verso l’altra persona, perchè riconosci di aver fatto del male ad una persona cara e devi convivere con dei sensi di colpa che inevitabilmente nascono dentro di te.”

LEONARDO: ” Per me il perdono, quando è sincero, può accrescere un rapporto di coppia, perchè stai insieme in un modo forse più maturo e senti di aver superato delle difficoltà insieme.”

CARLA: “E’ molto difficile perdonare qualcuno senza pensare continuamente a quello che ti ha fatto…o lo dimentichi oppure ti ricorderai sempre!”

Perdonare vuol dire dimenticare?

LUCIANO: ” Per me sì, altrimenti non riesci a ricominciare di nuovo.”

SARA: “Non sono d’accordo, perchè è impossibile dimenticare quando uno ti fa del male…la forza del perdono sta proprio nel fatto che comprendi le ragioni di quel gesto e magari capisci che è stato un errore….”

ANGELA: ” Non so se riuscirei mai a perdonare qualcuno, però pensandoci credo che ci riuscirei solo nel caso in cui riconoscessi che quell’errore potevo farlo anch’io. In fondo, in quanto umano, nessuno è infallibile e può succedere di vivere uno stato d’animo e una situazione in generale che ci porta a commettere degli errori…può capitare agli altri ma può capitare anche a me.”

La discussione è molto accesa ed emerge molto chiaramente la difficoltà che la scelta di perdonare qualcuno porta con sè, perchè implica un cambiamento profondo di entrambe le parti in causa e la volontà di iniziare un nuovo percorso insieme. Tutti, sia chi sostiene che per perdonare sia necessario dimenticare sia chi sostiene l’opposto, sono concordi sul fatto che il cammino che porta al perdono (anche se questo alla fine non avviene) deve iniziare con la cessazione di qualsiasi sentimento di rancore e di rabbia.

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