Solitamente quando si riflette sul rapporto tra l’uomo e la natura lo si fa declinandolo in modo negativo, perché, soprattutto al giorno d’oggi, abbiamo davanti agli occhi molte immagini dove la mano dell’uomo ha saccheggiato la terra attraverso costruzioni illecite e sfruttamenti allarmanti delle risorse naturali.

Oggi, invece, il dialogo prenderà avvio dal racconto di Jean Giono L’uomo che piantava gli alberi, in cui si racconta “come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione”. E’ la storia di un pastore che, dopo la morte del figlio e della moglie, con costanza e determinazione riesce a trasformare un terreno arido e brullo in un paesaggio rigoglioso ricoperto da foreste e pieno d’acqua.

Credit: Salani Editore

“Secondo me è un bellissimo esempio di armonia tra uomo e Natura, una testimonianza significativa di come un rapporto equilibrato con la Madre Terra giova a tutti, portando felicità e nuova vita.” (Giovanni)

“A me ha colpito la determinazione di quest’uomo: nonostante fosse solo, attorniato da gente brutta, avara e rancorosa, è riuscito a non perdersi d’animo, a superare i momenti di sconforto e ad operare una trasformazione attorno a sé, della natura e degli uomini.” (Emma)

Elzéard Bouffier, il protagonista del libro, ha trovato il senso della vita nella cura di sé che si è manifestata nella semplicità dei gesti quotidiani, una semplicità che lo ha reso libero dalla fama di potere, dall’ avarizia e dalla miseria d’animo che invece hanno reso schiavi gli altri abitanti dei villaggi limitrofi.

La qualità delle sue azioni non sono influenzate dal raggiungimento o meno dei risultati, perché sono disinteressate, prive di pretese e aspettative trovando il proprio valore nel compimento dell’ azione stessa; per quest’ultimo aspetto, il protagonista incarna una perfetta sintonia con la Natura, che segue il suo ciclo causale e naturale.

“In generale, Vergons portava i segni di un lavoro per la cui impresa era necessaria la speranza. La speranza era dunque tornata.
Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c’è voluto di costanza nella grandezza d’animo e d’accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l’anima mia mi si riempie d’un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un’opera degna di Dio.”

autumn-1812180_640Elzéard dunque è riuscito a coltivare con costanza e determinazione la speranza di poter trasformare ciò che lo circondava attraverso piccoli gesti, che alla fine della sua vita sono diventati grandi opere.

La sua speranza gli ha permesso di raggiungere la felicità: la felicità di prendersi cura di sé e della sua casa, la felicità dell’essere consapevole che la generosità di un singolo può avere una ricaduta concreta sulla comunità.

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