Che cos’è il sigillo della raggiunta libertà?
Non provare più vergogna davanti a se stessi
F. Nietzsche
Durante gli incontri con il “Gruppo di discussione filosofica” presso il centro di salute mentale, molte volte è emerso il sentimento di vergogna con i propri famigliari: vergogna di mostrare la sofferenza che si sta vivendo, di non essere all’ altezza delle aspettative dei propri cari, di non essere la mamma che vorresti per i tuoi figli. Questo sentimento è poi spesso accompagnato da un costante senso di colpa che contribuisce ad aggravare la condizione di insicurezza nel rapporto con gli altri.
Come la tristezza, l’ansia o la nostalgia, anche la vergogna può avere due facce: se da una parte è ‘normale’ provare un senso di disagio per aver commesso un’azione scorretta o aver tenuto un atteggiamento biasimevole nei confronti di un’altra persona, dall’altra essa può sfociare in una vera e propria fobia sociale, provocando timore anche nel compiere semplici gesti quotidiani, come per esempio mangiare insieme ad altre persone o parlare di fronte a conoscenti.
Vergogna e pudore
Nel linguaggio comune il termine ‘vergogna’ viene spesso usato come sinonimo di pudore, ma in realtà i due concetti si differenziano notevolmente.
Il pudore, che Max Scheler considerava “un varco verso noi stessi, uno spiraglio per un viaggio interiore, una via d’accesso alla nostra interiorità di esseri mortali e unici” (Pudore e sentimento del pudore) è un modo di essere scelto dalla persona che non desidera mostrarsi totalmente agli altri, ma che vuole invece preservare una certa intimità senza necessariamente provare un senso di inadeguatezza e disagio.
Nella vergogna, invece, si avverte “un sentimento doloroso di scoramento e di smarrimento che sembrano sgorgare dal senso di solitudine e di frattura della comunicazione con gli altri, e con il mondo, e che sono accresciuti da ogni contesto interpersonale e ambientale contrassegnato da indifferenza e da chiusura emozionale. Quando si prova vergogna non si vorrebbe vedere più nessuno e nemmeno si vorrebbe essere più visti, ma si vorrebbe sparire e si vorrebbe sprofondare: sfuggendo, così, agli sguardi e allontanandosi dagli altri e dal mondo ” (E. Borgna, L’arcipelago delle emozioni).
Vergogna come sentimento
Il sentimento della vergogna, dunque, è la modalità di essere al mondo con gli altri portando allo scoperto le nostre insicurezze che vengono inevitabilmente sottoposte allo sguardo altrui, ma questo non significa che dobbiamo colpevolizzarci per le nostre umane debolezze.
“Solo chi è disposto a tutto, chi non esclude nulla, neanche la cosa più enigmatica, vivrà la relazione con un altro come qualcosa di vivente e attingerà sino al fondo la sua propria esistenza” (Rainer Maria Rilke)
About The Author: Anna Pellizzari
Sono consulente filosofico e aiuto le persone a mettere in pratica la filosofia. Organizzo laboratori di filosofia con bambini e ragazzi, conduco caffè filosofici e corsi su misura in vari contesti, sono appassionata di tutto ciò che ruota attorno alla salute mentale.
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