“Quando la politica non riesce a incidere sulla nostra vita quotidiana, non interseca le nostre inquietudini sul futuro dei nostri figli, a che cosa ci serve, qual è il suo valore d’uso? “

Questo si chiede il direttore di Repubblica Ezio Mauro e da qui nasce il confronto con il sociologo Zygmunt Bauman, in un articolo apparso sul quotidiano dove il giornalista, con uno dei maggiori pensatori del nostro tempo, riflette sulla condizione attuale della società, sulla rottura tra Stato e cittadino.

Il pretesto è il libro scritto dai due Babel, in cui vengono trattati molteplici aspetti che riguardano il nostro tempo e la crisi che lo attraversa e, nell’articolo emergono diversi spunti interessanti di riflessione. Le cose non sono più al loro posto, non vi è una direzione si cammina in ordine sparso.

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Scrive Mauro: “Viviamo in una fase di interregno, e questo può spiegare la crisi della governance, dell’autorità, della rappresentanza. Siamo sospesi tra il “non più” e il “non ancora”, siamo instabili per forza di cose, nulla è solido attorno a noi, nemmeno la direzione di marcia” riferendosi ad una crisi della modernità che abbraccia tutti gli ambiti della società.”

E Bauman gli fa eco “Dove dunque possiamo approdare con una battaglia di idee ridotta a competizione fra spin doctors? Come dici tu, l’interregno è il luogo in cui si libera l’irrazionale della decadenza, il tempo in cui si vive sospesi tra “non più” e il “non ancora “. Prendiamo come esempio la crescita incessante della disuguaglianza sociale nella sua nuova incarnazione di rifiuto/esclusione”.

In questa occasione, con la rubrica Politeia, non affrontiamo una parola e non suggeriamo un libro e un film, ma invitiamo alla lettura dell’articolo e del libro a cui fa riferimento Babel edito da Laterza.

Clicca qui per leggere l’articolo.

[Tutte le immagini sono tratte da Google Immagini]

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