Ci sono paure cosiddette collettive, che riguardano una società intera: pensiamo infatti ai regimi totalitari, dove il potere fa leva proprio su questo stato emotivo per ottenere il rispetto e la sudditanza di un popolo; ma pensiamo anche alla paura verso lo straniero, che molte volte è utilizzata dalla politica per fini puramente propagandistici e che talvolta funge da collante in un gruppo di persone, che così si sentono ancora più unite nel fronteggiare il presunto nemico.

Poi ci sono le paure private, quelle che abitano nella nostra sfera più intima e che ci accompagnano da sempre nella nostra vita: “paura dei ragni, paura di volare, paura degli spazi aperti, paura del buio, paura della morte, del futuro, della solitudine, paura dell’eternità” (Angela, Michele, Giada, Arianna) accompagnate da un senso di insicurezza e smarrimento che spesso ci bloccano.

pauraMa cosa intendiamo quando diciamo di aver paura della morte o del futuro?

“Io non ho paura tanto della morte in sé, quanto piuttosto del morire, del processo che conduce al momento finale della nostra vista…della sofferenza fisica che può portare con sé, perché è vero quello che dice Epicuro: “Il male dunque che più ci spaventa, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è lei, e quando c’è lei non ci siamo più noi.” (Marilena)

“Io invece ho paura del futuro, di quello che mi potrà succedere ancora, visto quello che ho già passato.” (Maria)

“Io ho paura di tutto…non saprei nemmeno di cosa in specifico…di tutto”(Laura)

Martin Heidegger ha dedicato bellissime pagine proprio a questo sentimento così sfuggente nella definizione dell’oggetto a cui si rivolge, ma allo stesso tempo così totalizzante: “Con il termine angoscia non intendiamo quell’ansietà assai frequente che in fondo fa parte di quel senso di paura che insorge fin troppo facilmente. L’angoscia è fondamentalmente diversa dalla paura. Noi abbiamo paura sempre di questo o di quell’ente determinato, che in questo o in quel determinato riguardo ci minaccia. La paura di… è sempre anche paura per qualcosa di determinato. Nell’angoscia, noi diciamo, uno è spaesato. Ma dinanzi a che cosa v’è lo spaesamento? Non possiamo dire dinanzi a che cosa uno è spaesato, perché lo è nell’insieme.”(da Che cos’è Metafisica?)

“E’ vero, anch’io ho provato questo sentimento quando stavo molto male…ti senti soffocare dalla vita, invece che dare ossigeno…è paura della vita in generale perché non sai più dove sei.”

Dopo ulteriori riflessioni profonde scaturite dal testo di Heidegger e che ci hanno portato a dialogare sul senso della vita per noi esseri mortali, ci siamo lasciati con alcune domande: quanto sono condizionate le nostre paure e da chi (es. mass media, famiglia, ecc)? Quanto bloccano le nostre azioni? In quali situazioni invece hanno un valore positivo?

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